Il Profeta * uomo, marito e padre

Nessuno, tranne il gentiluomo, tratta le donne in modo onorevole e nessuno, tranne l’ignobile, tratta le donne vergognosamente1.

Questo detto del Profeta Muhammed ss2, riassume con chiarezza e senza possibilità di fraintendimenti l’idea che il Profeta dell’Islam ha voluto diffondere sulla donna. In un tempo in cui in Arabia Saudita, nell’epoca preislamica, si considerava la nascita di una donna come un cattivo presagio, credenza che portava all’abominevole decisione di uccidere le neonate seppellendole vive, quest’uomo ha invece liberato, esaltato, considerato la donna in una maniera inimmaginabile, per l’epoca ma addirittura anche per i nostri tempi.

Per capire a fondo ciò che Muhammed ss pensava e ciò che Dio, Allah swt, ha voluto rivelare al Suo ultimo Profeta affinché egli lo diffondesse al mondo intero, quest’oggi parleremo del Profeta ss citando numerosi esempi della sua vita quotidiana, riportati dopo la sua morte dalle sue mogli, dai suoi amici più cari, dai suoi parenti stretti. Aneddoti che assieme al Sacro Corano indicano al credente musulmano la Retta Via da seguire.

Iniziamo col parlare di Khadija, rAa, la prima sposa del Profeta ss.

Khadija era una donna molto nota all’epoca del Profeta ss, era una ricca commerciante, aveva presso di sé numerose persone che lavoravano per lei. Ella, essendo rimasta vedova, mandava avanti un fiorente commercio carovaniero da sola. Era quella che al giorno d’oggi comunemente chiameremmo imprenditrice.

Questa donna autonoma, moderna perfino nell’odierna concezione, un giorno venne a sapere che in città, alla Mecca, vi era un giovane uomo di nome Muhammed (all’epoca non ancora Profeta) molto capace negli affari e molto rispettato grazie alla sua onestà ed intelligenza. Un uomo che le persone avevano soprannominato “al amin”, che significa “l’onesto”.

Quindi, viste le grandi doti e le lodi che venivano spese dalle persone per quest’uomo, ella decise di assumerlo a lavorare per lei. Dopo qualche tempo le sue aspettative non vennero deluse, anzi. Il giovane Muhammed si dimostrò come la gente lo aveva descritto, ovvero capace e onesto. Così Khadija cominciò ad interessarsi a lui come una donna si interessa ad un uomo, e decise di chiederlo in sposo. Khadija però aveva 40 anni, e Muhammed 25. Avrebbe mai accettato di sposarla, data la grande differenza d’età e visto che lei era già stata sposata per ben due volte?

Si consultò con un’amica, la quale si offrii di fare da mediatrice. Quindi l’amica andò da Muhammed ss, che, seppur molto sorpreso dell’offerta, decise di accettare. Successivamente Khadija lo mandò a chiamare, e si dichiarò a lui dicendogli “Figlio di mio zio, ti amo per la parentela che hai con me, e perché ti poni sempre nel centro, non ergendoti partigiano tra il popolo di questa o quella fazione e ti amo per la tua lealtà, per la bontà del tuo carattere e per la sincerità del tuo linguaggio”3

Quindi si sposarono, ed ebbero un matrimonio molto felice, coronato dalla nascita di 6 figli.

L’importanza di Khadija sta anche nel fatto che lei fu la prima persona in assoluto a credere nell’Islam, una donna, ricordiamolo, che, senza indugi, ha creduto nel Profeta ss quando ricevette la profezia. Lei, conoscendo la lealtà, la bontà e la perfezione del carattere del marito, quando egli andò da lei per raccontarle, ancora tremante, l’incontro con l’angelo Gabriele sul monte Hira, non ebbe dubbi, gli credette senza riserve e fu la prima a conformarsi, man mano che la Rivelazione proseguiva, ai dettami dell’Islam, e la prima a sostenere, confortare ed aiutare il Profeta ss nei momenti di difficoltà.
Una compagna, quindi, una moglie, un’amica e una fedele serva di Dio. Una moglie degna di un Profeta.

Muhammed ss restò sposato con lei per ben 15 anni, durante i quali come dicevamo ricevette le prime Rivelazioni del Corano, iniziò la predicazione dell’Islam, ebbe i primi patimenti e le prime gravi difficoltà causate dall’opposizione dei meccani che, temendo di perdere il loro potere data la forza del Messaggio Divino che rendeva tutti gli uomini uguali davanti al Creatore, tentarono in tutti i modi di ostacolarlo, combatterlo, corromperlo. Gli fecero patire la fame, e lei gli stava accanto patendo assieme a lui. Lo schernirono, con lei sempre accanto. Lo isolavano e gli impedivano di commerciare, facendogli perdere quasi tutto, sempre con con Khadija che lo sosteneva. Una grande donna, che gli è stata accanto fino alla di lei morte, che lui ha ricompensato con grande amore e attaccamento.

In un anno denominato “L’anno della tristezza” Muhammed, oramai divenuto Profeta, rimase perciò vedovo e perse anche lo zio Abu Talib, che, pur non essendo divenuto musulmano (anche se si sospetta che lo sia diventato sul letto di morte), era il suo più grande sostenitore e protettore, essendo un uomo all’epoca molto potente e stimato.

Fu un anno difficile, quello. Successivamente venne proposto al Profeta ss da parte di una donna che si occupava di mandare avanti le necessità casalinghe dopo la morte di Khadija di risposarsi, ed egli le chiese consiglio su chi dovesse prendere come nuova moglie. La donna gli suggerì due persone: Sawda, donna da poco rimasta vedova con figli a carico e Aisha, figlia di Abu Bakr, il suo più caro amico. Abu Bakr stesso era d’accordo. Il Profeta ss decise però di sposare Sawda, data la sua condizione di debolezza causata dalla vedovanza e dall’impossibilità di vivere in pace in mezzo a persone che combattevano i neo musulmani come lei con ogni mezzo. Questo nonostante le consuetudini dell’epoca volessero che un uomo sposasse i parenti proposti dalle persone più vicine, come lo era appunto Abu Bakr. Muhammed però scelse Sawda, per carità verso di lei e verso i suoi figli ormai rimasti orfani.

Tempo dopo il Profeta ss decise di prendere in sposa anche Aisha, con conseguente enorme gioia dei suoi genitori.

Aisha fu una donna molto importante nella storia islamica. Quando ella si sposò con il Profeta ss, data la sua grande prontezza mentale, memoria ed intelligenza, imparò meglio di chiunque altro (eccetto ovviamente lui stesso) ogni legge dell’Islam. Muhammed ss fu molto innamorato di lei, addirittura quando gli chiesero quale fosse la persona a lui più cara rispose “Aisha”.

Ma come era Aisha, per meritare tutto questo amore da parte di un Profeta di Dio? Era forse una donna sottomessa, mesta, ininfluente nella società? Tutt’altro. Era invece una donna con un carattere forte, deciso. Era brillante, intelligente, acuta, allegra e gelosa. Una donna che, dopo la morte del Profeta ss, venne soprannominata “La custode della sunna”, ovvero della pratica di vita e dei preziosi detti di Muhammed ss, che sono la seconda fonte giuridica dopo il Corano, quindi dell’eredità più preziosa in assoluto che Muhammed ss ha lasciato.

Trascorrendo il suo tempo con il Profeta ss, quindi, apprese dalla fonte primaria la Legge islamica meglio di chiunque altro a parte lui. Quando non comprendeva una pratica o un significato di un versetto del Corano gliene domandava spiegazione, quando aveva un dubbio su un determinato modo di comportarsi glielo domandava, dando forma così ad un bagaglio personale di sapienza impagabile.

Sia durante la vita del Profeta ss su questa terra quando lui non era presente che dopo la sua morte, i suoi più cari amici, fedeli e seguaci, andavano da lei a chiedere pareri e di dirimere le questioni legali. Le domandavano risoluzione dei problemi, le chiedevano di dare lezioni, a uomini e donne, per poter apprendere nella maniera migliore la religione islamica. Addirittura lei fu parte attiva di una grave controversia che purtroppo sfociò in una battaglia, alla quale fu presente per far capire quanto tenesse alla questione cavalcando il dorso di un cammello.

Grazie a lei si conoscono questioni della massima importanza per l’Islam, e hanno ricevuto istruzione all’epoca in cui lei teneva lezioni probabilmente centinaia di persone, le quali a loro volta successivamente hanno contribuito a porre le fondamenta della Legge islamica.

Basta solo questo per sfatare il mito che la donna musulmana non ha il diritto di studiare né di interagire con la società… Lo faceva Aisha, la persona che il Profeta ss amava di più al mondo come lui disse, una donna che, come le altre mogli del Profeta ss, aveva lo status speciale di “madre dei credenti”, ovvero donna al di sopra delle altre e degli altri data la vicinanza con Muhammed ss, quindi perchè non dovrebbero farlo le donne al giorno d’oggi?

Il Profeta Muhammed ss oltre ad Aisha, Sawda e Khadija, sposò poi altre donne.

Ci fu Umm Habiba, la quale spicca per il fatto che era la figlia del capo dei nemici di Muhammed ss. Umm Habiba scelse di diventare musulmana, e di diventare poi sua sposa. Nonostante il padre, Abu Sufyane, fosse come dicevamo il capo dei nemici del Profeta ss, egli la andava tranquillamente a trovare indisturbato, dato che il Profeta ss non le impediva nel modo più assoluto di farlo, né a lui poneva limitazioni d alcun genere nonostante la loro condizione di avversari. Invece fu proprio lei, e ribadiamo, non il Profeta ss, in una delle occasioni in cui il padre le fece visita, a vietargli di sedere sul materasso del Profeta ss, dato che era ancora un idolatra, e quindi non credente nell’Unicità di Dio…

Umm Habiba era la figlia del nemico, ma lei scelse di essere fedele principalmente al Profeta dell’Islam e soprattutto al Messaggio Divino che lui recava. Cosa può altro significare questo, se non che questo era un uomo a dir poco speciale?

Muhammed ss sposò anche Umm Salama, donna che aveva servito la causa dell’Islam con coraggio. Divenne vedova, con a carico 4 figli. Il Profeta ss la chiese in sposa, ma lei in un primo momento, per pudore, non accettò dicendo:” Sono vecchia, sono madre di orfani, e sono gelosa.” Ma il Profeta ss le rispose:” Per quanto riguarda la gelosia, Dio, l’altissimo, la farà scomparire. Per quanto riguarda l’età, sono giunto (alla vecchiaia) proprio come te. Per quanto riguarda i tuoi figli, i tuoi figli sono i miei figli4. Umm Salama quindi, tranquillizzata, accettò.

Lo stesso più o meno avvenne nel caso di Zaynab, che rimase vedova a 60 anni. Il Profeta ss la sposò per accordarle il suo aiuto e la sua protezione.

E’ degno di nota anche il matrimonio con Hafsa, figlia di uno dei più cari amici del Profeta ss, Umar, la quale aveva un carattere, si dice ereditato dal padre, molto risoluto. Infatti capitava spesso che lei discutesse animatamente con il Profeta ss. Il padre la rimproverava per questo, ma il Profeta ss la trattava sempre e comunque con pazienza e gentilezza, senza andare in collera con lei. Fu una donna per l’Islam molto importante anche perchè tempo dopo la morte del Profeta ss e dei primi due califfi ben guidati (Abu Bakr e Umar, suo padre), proprio a lei fu affidato il primo testo del Corano riunito tutto assieme in un unico volume; durante il periodo d’inizio della Rivelazione i versetti Coranici venivano trascritti su pelli o comunque su fogli non ben organizzati e non erano perciò riuniti in un solo posto. Successivamente alla loro raccolta e catalogazione, il primo volume del Corano in assoluto le venne affidato in custodia, e da quella copia presa come archetipo vennero successivamente formate e controllate tutte le successive.

Da tutto ciò si evince che le spose del Profeta ss erano tutt’altro che donne prive di intelligenza, inattive e con un carattere debole. Il libro “Con il mio sposo” recita:

Il Profeta ss non si allontanò mai da quelle donne che erano forti, polemiche o piene di carattere. In realtà egli le ammirava e le amava. Gli hadith mostrano come le sue mogli non fossero insoddisfatte, docili, oppresse, ombrose o noiose, presenti unicamente per ubbidire ai suoi comandi; la sua casa echeggiava di risate, le sue donne facevano sentire la loro voce ogniqualvolta qualcosa le molestasse e i loro alloggi risuonavano talvolta di ingiurie e discussioni femminili. Gli amici del Profeta ss erano talora francamente stupiti del fatto che egli non disciplinasse le sue donne come si aspettavano!5

Un uomo speciale, raro perfino al giorno d’oggi, immaginatevi per quell’epoca, 1400 anni fa, nel deserto dell’Arabia Saudita… Non a caso Dio lo scelse come ultimo Profeta, perchè come Egli dice nel Sacro Corano “E in verità di un’immensa grandezza è il tuo carattere6.

Lui rispettava, considerava grandemente e stimava le sue mogli, e tutte le donne in generale. Era un uomo che addirittura le aiutava nelle faccende domestiche, cucendo quando ve ne era bisogno, andando a far compere per la famiglia e servendo a tavola. Un uomo che ogni fedele musulmano ha l’obbligo di emulare. Chi nega o non si conforma al suo comportamento islamicamente è in grave errore.

Aveva per esempio grande considerazione anche delle sue nipotine, per Umama, per esempio, che teneva in braccio o sulle sue spalle in un momento particolare come quello della preghiera comunitaria che lui stesso conduceva.

Rispettava e andava spesso a trovare le donne anziane e sole per far loro compagnia o nei momenti di malattia, le quali tenevano sempre qualcosa da parte da mangiare ed un giaciglio dove farlo riposare per quando lui andava a visitarle.

Attribuiva notevole importanza e rispetto al ruolo di madre.

Un uomo andò a chiedergli: “O Messaggero di Dio, con chi dovrei essere leale e buono?” “Con tua madre” “E poi?” “Con tua madre” “E poi?” “Con tua madre” “E poi?” “Con tuo padre7

E disse:

Mi ergo per pregare e intendo farlo per esteso, ma quando sento il pianto di un bambino abbrevio l’orazione per paura che la madre possa esserne angosciata8

Muhammed ss era un uomo che, grazie alla direttiva Divina, ha esaltato grandemente il ruolo della donna, ponendola in primo piano come mai lo era stata prima. Disse:

Un credente non dovrebbe mai odiare una credente; qualora non gli piaccia una sua caratteristica, ne troverà un’altra in lei di cui sarà soddisfatto9

Avvenne che dopo un sermone di una preghiera congregazionale della festa, il Profeta ss se ne stava andando, in compagnia di Bilal, quando gli fu riferito che le donne non avevano udito il suo sermone; allora andò da loro a far il sermone, invitandole a far elemosine.10

La donna grazie all’Islam, religione di Dio trasmessa da Muhammed ss ebbe la possibilità di votare, di divorziare, di tenere per sé i propri beni materiali senza darne al marito a meno che per generosità ella non voglia. Può studiare, lavorare, addirittura combattere in caso di guerra. Una persona, insomma, in assoluto primo piano, nonostante le oggettive differenze che la rendono dissimile dall’uomo però che ne completano la metà altrimenti solitaria. L’una indispensabile all’altro quindi, non inferiore, non sottomessa, ma complice e supporto, con un ruolo di responsabilità non indifferente come quello dell’educazione dei figli, gli uomini di domani. Avrebbe mai potuto una religione che molti credono essere maschilista e misogina affidare un simile ruolo ad un essere che considerano inferiore? Come potrebbe una persona che non ha valore insegnare i principi basilari della religione e della vita ai futuri musulmani, maschi e femmine? Ecco perché Muhammed ss, uomo di mentalità che appare sorprendentemente aperta tutt’oggi, figuriamoci 1400 e oltre anni fa, è più che mai amato soprattutto da noi donne, che quotidianamente ci sforziamo di mettere in pratica assieme ai nostri mariti e ai nostri figli la sua “sunna”, la sua pratica di vita e gli insegnamenti del Sacro Corano, Parola di Dio, il Quale insegna:

I credenti e le credenti sono alleati gli uni degli altri. Ordinano le buone consuetudini e proibiscono ciò che è riprovevole, eseguono la Salât, pagano la Zakât e obbediscono ad Allah e al Suo Messaggero. Ecco coloro che godranno della misericordia di Allah. Allah è Eccelso, Saggio. Ai credenti e alle credenti, Allah ha promesso i Giardini in cui scorrono i ruscelli, dove rimarranno in perpetuo, e splendide dimore nei giardini dell’Eden (del soggiorno eterno); ma il compiacimento di Allah vale ancora di più: questa è l’immensa beatitudine” 11

Da tutto ciò si evince che il Profeta ss rispettava ed insegnava agli altri il rispetto per la donna, fece sì che la metà del cielo avesse tutti i diritti che le spettavano, con i suoi comportamenti fece capire a ogni uomo di ogni parte del mondo e di ogni epoca che la donna deve essere amata, rispettata,non maltrattata, lasciata libera di fare le sue scelte, di vivere insomma fianco a fianco all’uomo, in ogni frangente della vita quotidiana. Un uomo, insomma, da prendere come modello, ed è bene che si comprenda che se c’è chi si comporta differentemente dagli insegnamenti che lui ha apportato per Volere di Dio, è in grave errore, e che il vero Messaggio dell’Islam, il vero Messaggio recato dal Profeta ss, è giustizia, fratellanza, pace, onestà e lealtà, nei confronti di tutti, donne e uomini, bianchi o neri, ricchi o poveri che siano.

Che la pace sia sull’ultimo Messaggero di Dio.

 

1. Trasmesso da At-Tirmidhi
2. Abbreviazione dell’eulogia “Pace e benedizioni su di lui”, in arabo “Salla Allahu alaihi wa sallam”. Da qui “ss”
3. Tratto dalla “Sira”, la biografia del Profeta Muhammed ss, di Ibnu Ishaq
4. Riportato da Ibn Hanbal, Abu Dawud, Al Hakim e Al Bayhaqi
5. “Con il mio sposo”, di Ruqayyah Waris Maqsood. Pagg. 48-49
6. Corano, 68:4
7. Trasmesso da Tirmidhi
8. Trasmesso da Al Bukhari e Muslim
9. Trasmesso da Muslim
10. Trasmesso da Al Bukhari
11. Corano IX. At-Tawba, 71-72

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